Bartalotta Gianfranco

Carmelo Bene e Shakespeare

0 Rating
stato: In Stock
Argomento: Critica letteraria
Collana: Piccola Biblioteca Shakespeariana/21
anno: 2000
, pagine: 200 con illustrazioni

ISBN: 978-88-8319-511-2
11,00 €
10,45 €
You save:
0,55 €
 Back to: Critica letteraria

“in Inghilterra gli esperimenti che Carmelo Bene fa su Marlowe vengono eseguiti su Shakespeare dalla Compagnia reale scespiriana, e nessuno si offende, anzi i critici trovano che è un modo di spiegarsi e approfondire Shakespeare, tornando alle fonti della teatralità elisa­bettiana”
Ennio Flaiano
(19 aprile ‘64)

“... sono convinto”, sostiene Carmelo Bene in un’in­tervista, “che non sia possibile, che non sia legittimo met­tere in scena i classici: Shakespeare, Marlowe ( che non a caso non viene mai rappresentato) erano grandissimi poe­ti, e rimangono in quanto tali i massimi esponenti della letteratura inglese. Ma mettere in scena oggi il loro teatro, comunque lo si ‘rivisiti’ o lo si ‘riscriva’, significa cadere nell’equivoco [ ... ]. Il Sogno di una notte di mezza estate, lo stesso Romeo e Giulietta, sono stati teatro, e proprio per questo non lo sono più, non possono più esserlo. Io non metto in scena Shakespeare l’ho detto tante volte nè una mia interpretazione o lettura di Shakespeare, ma un saggio critico su Shakespeare”. Un’operazione critica che parte dall’Amleto (con cinque edizioni diverse hel corso di un trentennio) per continuare con Romeo e Giulietta spia­ta tra i versi dei Sonetti shakespeariani, tra il profumo di giganteschi fiori e l’ebbrezza di un assonnato Shakespea­re nella delusione, forse, di un incontro mancato. E anco­ra con Riccardo III dove le deformità ed escrescenze in variazione di un raccapricciante Gloucester che si aggira in una scena in demolizione e si costruisce come macchi­na da guerra ed erotica, in una serie di interminabili im­pedimenti, profilano il tramonto assoluto del gesto, la so­spensione del tragico e l’attuazione del “nulla contro un mondo”. Un nulla che, nel totale immobilismo di un Otello sontuosamente chiuso in una cornice in bianco e nero in continua dissolvenza, celebra il suo trionfo e il suo ineluttabile declino. Otello, immemore persino del gesto, si addormenta: “L’immagine è ferma [ ... ]. È sospeso illu­soriamente il divenire; tutto è accecato e accecante, tutto è buio, silenzio e voce”. E proprio nella musicalità di que­sta voce, nell’uso sempre più sottile della strumentazione fonica, sta il superamento del nulla, l’affermazione di uno stile (Otello, appunto) e il recupero della phoné dell’atto­re e del teatro dell’antica Grecia. “C’è una mestizia mo­rente”, si legge nel saggio La voce di Narciso, “delle cose che non ebbero mai un cominciamento, e una nostalgia di ciò che non fu mai. Nel tramonto del gesto senza gli oc­chi, non v’è altro amore del dire”. Un dire che diviene disarticolata e faticosa emissione di rumori e di suoni in Macbeth dove il corpo dell’attore, ridotto a mera cassa di risonanza, riesce in extremis a svellere le tavole del pal­coscenico e scaraventarle nel vuoto prima del silenzio.

Eventi

locandina evento

FONDAZIONE MUSEO ALBERTO SORDI
Viale Claudio Marcello snc, Roma - 20 APRILE 2023 ORE 17.00

Con l'autore interverranno

GIAMBATTISTA FARALLI (Vice Presidente Fondazione Museo Alberto Sordi)
LUCA VERDONE (regista)
GIOVANNI ANTONUCCI (storico e critico teatrale)
TOMMASO LE PERA (fotografo di scena)
Letture di VITTORIA ROSSI (attrice)


Reviews

There are yet no reviews for this product.

Please log in to write a review. Log in