a cura di: Zardin Danilo , Carpani Roberta , Cascetta Annamaria

La cultura della rappresentazione nella Milano del Settecento

Discontinuità e permanenze
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stato: In Stock
Collana: Biblioteca Ambrosiana - Studia Borromaica/24
Argomento: Storia/Storia delle religioni
due tomi indivisibili
Atti delle giornate di studio 26-28 novembre 2009
anno: 2010
, pagine: 1150 complessive

ISBN: 978-88-7870-532-6
95,00 €
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I saggi che presentiamo riprendono le relazioni predisposte per il Convegno tenutosi il 26-27-28 novembre 2009 in occasione del Dies Academicus dell’Accademia Ambrosiana, Classe di Studi Borromaici, presso la Biblioteca Ambrosiana e presso l’Università Cattolica di Milano: La cultura della rappresentazione nella Milano del Settecento: discontinuità e permanenze. Il lavoro è una tappa del percorso di studi avviato più di vent’anni fa dal gruppo di ricerca che fa capo alle cattedre di Storia del teatro e di Drammaturgia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica, con l’apporto di altri docenti della Cattolica e delle Università milanesi, nel quadro di una stretta collaborazione volta a volta con diverse istituzioni accademiche e culturali e con il sostegno economico di più istituzioni pubbliche e private, sul tema di indirizzo generale: La cultura della rappresentazione e la città. Il caso di Milano lungo i secoli dell’età premoderna. Essa ha prodotto già una congrua serie di volumi sull’età cinquecentesca, secentesca e settecentesca, mentre altri lavori ancora sono in corso di realizzazione. Il fulcro centrale è l’idea della rappresentazione drammatica colta dal vivo, nelle sue articolazioni della ritualità religiosa, paraliturgica, della cerimonialità civile, nell’orizzonte festivo, della drammaturgia professionistica e dilettantistica nelle sue interconnessioni letterarie, artistiche, musicali, nei contesti degli spazi, dei tempi e degli eventi cittadini. La rappresentazione è sempre stata, attraverso i secoli, specchio e volàno dei progetti e delle utopie di una comunità, luogo di elaborazione, di esperienza e di comunicazione del senso e del suo fondamento. Contigue e interconnesse testualità veicolano lo scambio simbolico fra attori sociali e culturali, istituzioni, gruppi e individui. Sostengono la stabilità, accompagnano le transizioni culturali, segnano le discontinuità e le permanenze, materializzano i quadri valoriali favorendone l’assimilazione o accelerandone il sovvertimento. Essa assolve la funzione di propaganda, di pedagogia, di formazione, di intrattenimento, ma soprattutto, nei momenti di maggiore altezza e spessore, di profonda esperienza del bello e del senso per la comunità. Così per Milano, che a partire dall’avvio della riforma religiosa di matrice ‘borromaica’ ha incentivato il suo ruolo di cantiere di costruzione della modernità e di modello paradigmatico a cui da tutte le contrade in primo luogo dell’Europa cattolica si è guardato per attingere proposte, formule istituzionali, norme regolamentatrici.Così per la Milano del Settecento, che ci interessa ora più da vicino. L’intento è stato quello di indagare la rappresentazione secondo una metodologia che, isolando casi emblematici, si iscrive nella prospettiva di un insieme, se non di un sistema che si struttura in tempi, spazi, generi, forme, autori, artisti, attori, dinamiche di istituzioni e committenze, pubblico, temi, simboli, allegorie, progetti retorici. Si cerca di rintracciare l’‘impronta’ della città, la sua ‘etica’, si esplorano in profondità i nuclei dell’immaginario collettivo e l’ispirazione artistica passata nei testi. L’indagine si inserisce nella linea di revisione storiografica del secolo, non appiattito nella etichetta di ‘secolo dei lumi’, ma nemmeno inteso in una netta contrapposizione a quell’approccio ragionando in termini di preponderante ‘Settecento religioso’. Con una prospettiva che tenta in ogni studio di fare emergere gli elementi di discontinuità e di permanenza nel campo indagato, la rappresentazione è oggetto di scavo sullo sfondo della globalità degli aspetti del mondo dell’Antico Regime, non ridotto finalisticamente a uno stadio preparatorio ancora incompiuto della piena modernità illuministico-borghese. Essa assolve un ruolo primario nell’accompagnare la complessità della cultura fra continuità, trasformazioni, transizione al nuovo. A Milano nel Settecento si afferma un ‘laboratorio’ della rappresentazione centrato sulla sobrietà, sulla morale, sulla cultura, su una funzione etica e civile, oltreché di nobile diletto, spesso teso ad allargare i confini sprovincializzando i propri modelli, guardando a Francia e Inghilterra, ma anche tessendo continui rapporti con la cultura elaborata e promossa dalla corte viennese; un laboratorio attraversato non di rado dall’intuizione della primaria necessità di educare a una ricezione attenta, composta, riflessiva, lontana dalle più corrive abitudini della scena, modellata dalle esigenze di compostezza, razionalità, buon gusto adatte alla passione civile e all’aspirazione alla felicità. Grandi temi del secolo e dei suoi intellettuali.La raccolta di studi è corredata dal catalogo di una mostra che ha accompagnato il Convegno e si è protratta ben oltre la sua durata attirando l’attenzione di molti visitatori. Essa ha riunito, accolta nelle belle sale della Pinacoteca dell’Ambrosiana, una selezione di documenti librari e iconografici, provenienti dai fondi antichi (stampe, libri e manoscritti) della stessa Ambrosiana, che con l’evidenza dei segni riconoscibili ha consentito di illustrare alcuni aspetti emblematici delle forme della presentazione a Milano nel Settecento. Festa, rito e teatro sono qui di nuovo i grandi assi. Il rito religioso si apre alle grandi ritualità urbane, il teatro si innesta nelle feste cittadine. Il tempo del calendario religioso incrocia il tempo delle occasioni civili e politiche. Esperienza individuale e collettiva si incrementano vicendevolmente preparando la strada al mondo della piena modernità.

Qui comincia (Radio3) - 19/06/2011 - file audio della trasmissione

MARCO NAVONI, Prefazione
S. E. CARD. DIONIGI TETTAMANZI, La classe di studi borromaici e le due importanti ricorrenze della Biblioteca Ambrosiana
MASSIMO MARCOCCHI, Ricordo di Ignacio Tellechea Idígora
ALESSANDRO ROVETTA, Ricordo di Maria Luisa Gatti Perer
MARCO NAVONI, Ricordo di Antonio Rimold

Tomo primo
R. CARPANI – A. CASCETTA – D. ZARDIN, Premessa
MARCELLO VERGA, «Finis saeculi novam rerum faciem aperuit» (Leibniz). Guerre di successione, stati, popoli e culture della rappresentazione nell’Italia del XVIII secolo
CINZIA CREMONINI, Mobilità sociale, relazioni politiche e cultura della rappresentazione a Milano tra Sei e Settecento
PAOLA VISMARA, Il sistema della religione cittadina dei milanesi nel Settecento e S. Maria presso S. Celso
EMANUELE COLOMBO, Milano bilingue. Il gesuita Tommaso Ceva (1648-1737)
ANGELO BIANCHI, La virtù rappresentata. Imprese di Principes Academiae del Collegio gesuitico di Santa Maria degli Angeli di Monza (1738-1773)
FILIPPO LOVISON, I Barnabiti a Milano. Il caso Branda a Sant’Alessandro in Zebedia
MARZIA GIULIANI, La scrittura erudita di Giambattista Castiglione. La memoria di Carlo Borromeo e la Milano asburgica
EDOARDO BARBIERI – GIANCARLO PETRELLA, Splendori e miserie degli uomini del libro a Milano nel Settecento. Filippo Argelati libraio ed editore
STEFANO LOCATELLI, Tra libro e scena. Pratiche di lettura del teatro nel Settecento milanese
EUGENIA BIANCHI, Precisazioni sulla collezione dell’arcivescovo milanese Giuseppe Pozzobonelli e sul soggiorno lombardo di Bernardo Bellotto
ALESSANDRA SQUIZZATO, Per la storia del collezionismo dell’antica aristocrazia milanese durante il secolo XVIII: prime considerazioni sulle raccolte artistiche del ramo principesco dei Trivulzio
SIMONETTA COPPA, Un ciclo sconosciuto di quadri per la canonizzazione di sant’Andrea Avellino (1712)
ROBERT KENDRICK, Seeking musical antiquity in Settecento Milan
CHRISTOPH RIEDO, Interrelazioni tra stile musicale e liturgia: discontinuità e permanenze nella Milano del Settecento

Tomo secondo
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