Punto di fuga

L’avvento della tecnologia digitale ha minato le radici storiche, semiotiche, ideologiche dell’immagine fotografica, avviando una vera e propria mutazione genetica della “materia” delle icone e orientando verso nuove configurazioni l’intero sistema delle arti visive. Tale processo sta ridisegnando anche le forme dello spettacolo cinematografico, fino a stravolgere gli stessi fondamenti della concezione mimetica ereditata dal precedente regime tecnologico.
In questo lavoro, che affianca riflessione teorica e verifiche analitiche, si prendono in esame aspetti ricorrenti e tendenze del mimetico in quanto forma esemplare della figurazione moderna: dal rapporto tra immaterialità e pregnanza percettiva dell’immagine alla questione della “trasparenza”, ovvero di un dispositivo spettacolare che per costituzione si manifesta rimuovendo le proprie tracce; dall’idea di una linea genealogica dello sguardo occidentale, intesa come perenne spostamento in avanti dei limiti del rappresentabile, al problema fondamentale della conservazione della memoria, che mette in gioco non tanto le specificità tecnico-linguistiche quanto le valenze etiche e le destinazioni sociali della rappresentazione, a fronte di una generale deriva verso immaginari sempre più virtuali.

Giacomo Daniele Fragapane insegna Storia della fotografia presso l’Università di Roma III. Collabora con le cattedre di Drammaturgia dello spettacolo digitale e Teoria e tecnica del linguaggio cinematografico all’Università di Roma “La Sapienza”. Ha pubblicato diversi saggi su libri e riviste scientifiche, occupandosi di problemi teorici del realismo fotografico, di analisi del film e di rapporti tra cinema, fotografia e arti visive.