Lizzani Carlo
Dalla scrittura alla regia
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stato: In Stock
Collana: Sopralluoghi/20
anno: 2009
, pagine: 132 con illustrazioni

ISBN: 978-88-7870-393-3
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Il neorealismo sollevò fin dalla nascita il problema di quanto fosse un movimento unitario, in che misura e perchè autori tanto eterogenei e di umori così vari (l’epico, l’ironico, il grottesco, il sentimentale e perfino il surreale) fossero visti dalla critica di tutto il mondo come parte di una scuola omogenea. Riso amaro di Giuseppe De Santis, con i suoi elementi compositi – dalla favola alla tranche de vie, dal romanzo al grand guignol, dal corale all’individuale – sembra raccogliere in sè alcune delle aporie più evidenti del neorealismo. E proprio per questo può offrirci più di altri film dell’epoca alcuni grimaldelli per entrare in questo grande fenomeno che fu chiamato neorealismo e potrà farcene capire meglio i segreti e i meccanismi. Si è rivelata preziosa l’intuizione della compresenza nel neorealismo di vari generi, di filoni di ascendenze diverse. In un certo momento storico quell’aggregazione e confusione non è stata soltanto una somma aritmetica, ma ha prodotto un vero e proprio salto di qualità. Anche visto oggi – sessant’anni dopo – il film evidenzia al massimo grado i caratteri identitari del movimento: la miscela dei generi in una nuova struttura armonica e l’adozione di una nuova traduzione in immagini dello spazio e del tempo. Lo “sfondamento” dell’inquadratura e l’estensione della sua durata attraverso il piano-sequenza. Pilastri di una nuova sintassi, e fondamenti di una vera e propria rivoluzione formale. Tratti comuni a una parte predominante dei film nati nella stagione neorealista. Riso amaro, quindi, come suggestiva metafora di tutto quel movimento.

Carlo Lizzani è nato a Roma nel 1922. Saggista e critico, tra il ’41 e il ’43 fa parte del gruppo «Cinema». Nel dopoguerra è sceneggiatore e aiuto regista con De Santis (Caccia tragica, Riso amaro) Rossellini (Germania anno zero) e Lattuada (Il mulino del Po). Il suo debutto nella regia avviene nel 1951 con Achtung! Banditi!, a cui fa seguito Cronache di poveri amanti. Negli anni successivi realizza numerosi film tra cui: La muraglia cinese, Il gobbo, Il processo di Verona, La vita agra, Banditi a Milano, Mussolini ultimo atto, San Babila ore venti, Fontamara, Celluloide, che ottengono premi e riconoscimenti nei più importanti festival internazionali. È stato direttore della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Autore di una Storia del cinema italiano, più volte ristampata e tradotta in varie lingue, ha pubblicato tra l’altro Il discorso delle immagini (1995), Attraverso il Novecento (1998), Il mio lungo viaggio nel secolo breve (2007). Ha realizzato per la tv i ritratti di Roberto Rossellini, Cesare Zavattini, Luchino Visconti, Giuseppe De Santis, distribuiti in vari paesi del mondo.

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