Totò e la gaia scienza

Totò oggi un personaggio quotidiano e familiare per milioni di italiani, dopo che per molto tempo si è continuato a disapprovare la volgarità dei doppi sensi, il cattivo gusto delle battute, il carattere dozzinale dei suoi film. Oggi le imputazioni sono diventate i segni di riconoscimento della sua grandezza, i tratti distintivi della sua comicità.
Una comicità talora violenta, sguaiata, distruttiva, decisamente compromessa con le pratiche basse, che tanta parte hanno nel linguaggio del corpo e nei meccanismi del desiderio, nella magmatica irriducibilità della vita, necessaria per far coagulare la lingua universale della maschera. Solo ora sappiamo quanto Totò ha inciso nel costume e nell’immaginario italiano. Ieri non avevamo il coraggio di riconoscerci nello specchio di una comicità impietosa che ci restituiva l’ immagine derisoria dei nostri difetti, della vacua pomposità del nostro modo di parlare, del deprimente divario tra apparenza e realtà. L’ipocrisia nazionale ci induceva a respingere la scomposta parodia dei modelli di comportamento e la irridente messa a nudo delle convenzioni linguistiche.
Totò e la gaia scienza ripropone, attraverso una suggestiva antologia della critica dagli anni trenta a oggi, l’immagine viva e attualissima del grande attore dell’eccesso, straordinariamente moderno nella sua capacità di far lievitare i rituali perturbanti dello spiazzamento continuo, di rimettere tutto in discussione con un sogghigno o uno sbattere di ciglio, di indossare e togliere la maschera, di essere saldamente ancorato per terra e insieme di sfidare la legge di gravità per volare nel cielo della leggerezza.