Boemia e Moravia nel cuore dell’Europa

«...Praga luminosa, tutta tessuta con melodiosi fili di luce, e come in punta di piedi, danzante, lievissima. Praga come simbolo della primavera e dell'eterno rifiorire, albero che di continuo si rinchioma e ringiovanisce...» Al di là del tributo alla bellezza struggente della città sulla Moldava, queste sognanti espressioni di Angelo Maria Ripellino nel suo celebre affresco dedicato alla magia di Praga potrebbero estendersi alla storia di tutte le terre comprese fra la Selva Boema, i Monti Metalliferi e i Carpazi Bianchi. Apparentemente rinchiusi nel loro mondo, quasi esitante propaggine dell'immensa realtà slava dall'originaria inclinazione verso la cristianità bizantina, i cechi di Boemia e Moravia, non appena accolti nella comunità occidentale al declinare del primo millennio, presero ad occupare una posizione determinante all'interno del Sacro Romano Impero. A riprova, a partire dal Trecento i detentori della maestà imperiale si identificarono luminosamente con il regno di Boemia, dal profondo del quale, nell'età dell'Umanesimo, giunse peraltro la prima sfida all'unità religiosa cristiana sottoposta al pontefice romano, prima ancora che Martin Luterò infiammasse con la sua predicazione le genti germaniche. Con queste ultime, con l'elemento tedesco ampiamente mescolato ai moravi e ai boemi, le terre ceche avrebbero vissuto un tormentato, ambiguo, strettamente intersecato rapporto, fatto di difesa tenace dell'identità nazionale e al tempo stesso di arricchimento reciproco, sotto lo sguardo, ora inflessibile ora benevolo, della casa d'Austria. Una storia di lungo periodo, un susseguirsi di momenti magici e di eventi capitali per il vissuto dell'intera Europa, un libro da leggere per conoscere meglio se stessi, da cittadini dell'Unione europea che ha ritrovato da poco l'interezza delle origini.