Domenichelli Mario

Cavaliere e gentiluomo

Saggio sulla cultura aristocratica in Europa (1513-1915)
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stato: Disponibile
Argomento: Storia
Collana: Europa delle Corti/105
anno: 2002
, pagine: 672

ISBN: 978-88-8319-762-8
35,00 €
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Cavaliere e gentiluomo è un lungo viaggio attraverso la cultura aristocratica dell’Europa occidetitale, tra il 1513 – l’anno del Principe di Machiavelli di Ritter, Teufel und Tod di Dürer, della prima stesura del Cortegiano di Castiglione – e il 1915, il secondo anno della Grande Guerra, l’anno in cui si svolge Le temps retrouvé di Proust e in cui fu composto anche Der irrende di Ritter di Kokoschka. Un lungo arco di tempo riletto alla luce dei modelli di vita, dei codici di appartenenza e di casta che prendono forma e nell’arte e nella letteratura europea come luogo costitutivo di identità individuali e collettive, ma anche alla luce delle controcodificazioni parolistiche e satiriche.
Tra questi due punti estremi di sviluppo, il libro articola, nella dialettica proposta tra crisi e riprese del codice, le metamorfosi del modello gentilizio-marziale dal cavaliere al gentiluomo, alluomo dabbene, all’onest’uomo libertino, al gentleman, al cavaliere romantico.
Cavaliere e gentiluomo attraversa attraversa dunque l’intera cultura d’ancien régime, anche nel suo persistere ben oltre la Rivoluzione francese e fino alla prima guerra mondiale. E di quella cultura transnazionale, che identifica l’appartenenza all’ordo in Russia, come in Francia o in Italia, in Spagna, come in Germania o in Inghilterra, il libro vuole ricostruire, in chiave dinamica, l’estetica e la poetica dell’esistenza cercandone una chiave interpretativa, non solo nella consapevolezza che la vita aristocratica ha di sé come perenne mise en scène, perenne recita, ma anche come di una totale identificazione tra attori e ruoli, tra vita e sogno della vita, tra vita e recita della vita.
Mario Domenichelli è ordinario di Letteratura inglese all’Università di Firenze. Fra i suoi lavori: Wyatt, il liuto infranto, Ravenna 1975; Narciso ai buio: analisi digresriva e contraddittoria di “Heart of Darkness” di J. Conrad, Ravenna 1979; La morte del sole: simbolo e mito nel romanzo di W. Golding, Urbino 1979; Il mito di Issione: Lowry, Joyce e l’ironia modernista, Pisa 1982; L’infondazione di Babele (con altri), Milano 1984; Il limite dell’ombra. Figure della soglia nel teatro inglese fra Cinque e Seicento, Milano 1994; ha tradotto e curato: John Galsworthy. A Knight/Un cavaliere, Venezia 1995; John Galsworthy, Il primo e l’ultimo, Palermo 1996; Charles Dickens, Un racconto tra due città, Milano 2000. Ha pubblicato numerosi saggi sul teatro elisabettiano (Shakespeare, John Ford), e sulla letteratura contemporanea inglese e di lingua inglese (Conrad, Wilde, Eliot, Joyce, Pound). Ha anche molto lavorato nel campo della comparatistica e su temi come l’utopia, l’arcadia, il naufragio, il volto, il sogno, lo straniero, il gentiluomo, l’esilio, la letteratura coloniale, l’immagine dell’America nella letteratura italiana fra il 1930 e il 1950.

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