Visca Danila

Dei profeti dell’ocidente

Tre variazioni sul tema del profetismo in Antropologia Storica
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stato: Disponibile
Argomento: Antropologia culturale
Collana: Itinerari di ricerca storico-religiosa/10
anno: 2007
, pagine: 290

ISBN: 978-88-7870-252-3
20,00 €
19,00 €
Risparmi:
1,00 €
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La collana si propone di presentare contributi d’ordine storico, storico-religioso o storico-antropologico su temi e problematiche attinenti ai più diversi ambiti cultural-religiosi: antichi e contemporanei, esotici e nostrani.

‘Profeta’ è una delle categorie fenomenologiche fra le più universali: si parla di profeti in Africa, in Oceania, in Asia, nelle Americhe, e all’interno dello stesso occidente contemporaneo – tanto che pure L. Ron Hubbard, fondatore della Scientologia, è stato qualificato da alcuni come profeta. Quanto tuttavia è legittimo questo ampliamento della categoria ‘profeta’ al di fuori del suo contesto giudaico-cristiano di origine? Non ci troviamo piuttosto di fronte a un sofisticato processo di ‘invenzione’? Non siamo, cioè, di fronte all’ennesimo caso di estensione alle più svariate situazioni storiche e culturali della qualità specifica di un particolare contesto occidentale e solo di esso?
Per rispondere a queste domande, Dei Profeti dell’Occidente analizza alcuni casi ritenuti esemplari: Donna Beatrice, Simon Kimbangu e il Mugwe per il contesto africano, e lo stesso summenzionato Hubbard, per il contesto occidentale. Applicando a queste realtà il metodo storico-comparativo proprio della storia delle religioni, si è voluto mettere in luce da un lato come l’interpretazione in senso profetico di alcuni eventi e personaggi che hanno segnato la storia dell’evangelizzazione e del colonialismo in Africa sia stata funzionale al recupero dell’alterità esotica nella griglia interpretativa dell’occidente, quando non alla ‘invenzione’ di inesistenti figure tradizionali da consegnare alla disciplina antropologica; dall’altro, come la deliberata applicazione della qualità profetica sia servita a un nuovo movimento religioso per arrogarsi valore ed eccellenza, e soprattutto per ‘universalizzarsi’.
Di fatto, l’ampliamento semantico del concetto di ‘profeta/profetismo’ non solo risulta funzionale ai fini dell’occidente – da cui il titolo: Dei profeti dell’occidente –, ma finisce anche per banalizzare la categoria stessa – come ci viene confermato, ad es., dal fatto che l’autore del libro cult del movimento new age, La profezia di Celestino, ha sentito la necessità di ricorrere a tale categoria per dare più forza al proprio messaggio.

Danila Visca è ordinario di Storia delle religioni (Religioni dei popoli primitivi) presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “La Sapienza”. Ha pubblicato per i nostri tipi Il sesso infecondo. Contraccezione, aborto e infanticidio nelle società tradizionali (1978). Nera ma bella. Per un’anali storico-religiosa del culto mariano in Africa (2002). La strega e il terrorismo. Religione e politica in Uganda (2004) e l’Introduzione al testo collettaneo Il New Age. Volti dal passato, nel presente e per il futuro (2007). È autrice di saggi, tra cui Il crisma e il carisma. Studio sul leader di un movimento religioso keniota (Roma 1984) e La scoperta del tabu (Roma 1986).

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