Bortoletti Francesca

Egloga e spettacolo nel primo Rinascimento

Da Firenze alle corti
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stato: Disponibile
Argomento: Teatro e critica teatrale
Collana: Culture teatrali/9
anno: 2008
, pagine: 384

ISBN: 978-88-7870-303-2
25,00 €
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Il mito nello spettacolo di corte primo rinascimentale passa anche attraverso le storie dei pastori, i loro canti, le danze e le fughe delle ninfe, gli inseguimenti e le caccie, che animano l’egloga evocando scenari di rappresentazione antichi e moderni per mezzo dell’allegoria e della maschera del pastore-cantore alla lira.
Questo libro affronta la questione assai dibattuta dell’egloga rappresentativa, che, come la maggior parte dei fenomeni legati alla sfera dell’intrattenimento e dello spettacolo del Quattrocento, è stata appiattita dalla storiografia sugli ‘sviluppi’ del secolo successivo e, nel caso specifico, sulla definizione cinquecentesca del dramma pastorale in termini vitruviani e aristotelici. Cambiando invece prospettiva, il presente lavoro, riconduce le esperienze egloghistiche maturate nel Quattrocento entro un quadro di acceso sperimentalismo sulla poesia recitativa e su espressioni dell’intrattenimento e della produzione spettacolare del tutto peculiari del periodo, rintracciando nuove linee di connessione tra egloga e teatro.
“Egloga e spettacolo” ricompone la vicenda dell’egloga volgare quattrocentesca in due atti e due intermezzi, racchiusi da un prologo e da un epilogo. Muove da Firenze, da Siena e dai poeti di età laurenziana, dove il recupero, unicamente lirico, dell’egloga si connette con la sperimentazione sul verso volgare e con un’idea nobilitata di prassi recitativa. Lo studio prosegue inseguendo l’epidemia bucolica lungo tutta la penisola e giungendo a Ferrara e nelle altre corti del Centro-Nord, dove il secondo atto dell’esperienza egloghistica quattrocentesca si consuma entro le dinamiche culturali della festa e dello spettacolo di corte. Due divagazioni poste a mo’ di intermezzi sospendono la narrazione della vicenda pastorale quattrocentesca: la prima attraverso i testi lirici e le scritture poetiche; la seconda attraverso il profilo biografico del cantore e attore Serafino Aquilano e delle sue performances. Con l’epilogo l’intera vicenda si ricompone nuovamente e nel ri-tracciare il percorso fatto mira a distinguere e localizzare le tensioni e gli esiti di un processo di deduzione del materiale lirico pastorale nelle convenzioni di una drammaturgia atta alla scena e allo spettacolo di corte. Per fissare moduli e tecniche del rappresentare che divengono modello alternativo al repertorio comico e tragico. O per ricadere, infine, nella scrittura letteraria o nell’iconografia del mito.

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