Giraldi Massimo , Lancia Enrico , Melelli Fabio

Il doppiaggio nel cinema italiano

Prefazione di Claudio Fava
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stato: Esaurito
Il volume a stampa non è più disponibile per l'acquisto
Argomento: Cinema e spettacolo
Collana: Occhio quadrato/5
con illustrazioni
anno: 2010
, pagine: 334

ISBN: 978-88-7870-526-5
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presentazione del volume scritta da Claudio G. Fava. Una certa responsabilità Più di 20 anni fa, quando ero capostruttura  a RAI 2, un signore chiese di essere ricevuto introdotto da due persone che io conoscevo bene perché erano i rappresentanti della ZDF, la seconda rete televisiva tedesca da cui compravo tutti i programmi di fiction in vendita sul mercato italiano, a cominciare dal famoso ispettore Derrick. Si trattava in realtà di un uomo e di una donna, fratello e sorella, il Dr. Paolo Santellocco e la Signora Franca Molella, con cui sono rimasto amico ancora oggi. Essi volevano farmi conoscere un collega del fratello, il Dr. Enrico Lancia, il quale aveva un’occupazione parasanitaria, anche in funzione della sua laurea in farmacia. Il Dr. Lancia aveva una grande passione per il cinema ed era uno schedatore nato perché sin dall’adolescenza raccoglieva e ordinava materiale riguardante appunto nomi e caratteristiche di attori, di registi, di sceneggiatori e di doppiatori (di quest’ultima materia era un cultore appassionato, grazie anche ad un orecchio inarrivabile che gli consentiva di cogliere caratteristiche e differenze in centinaia di voci diverse). Non è un caso che negli anni ’90, quando ero ormai in pensione e accettai di diventare direttore artistico di un neonato Festival del Doppiaggio (che si svolse per anni a Finale Ligure, poi trasmigrò a Sanremo e da quest’anno avrà luogo ad Imperia, paese natale di mio padre) una delle prime persone a cui pensai per aiutarmi fu proprio Lancia di cui avevo imparato nel frattempo ad apprezzare le straordinarie qualità professionali. Quell’incontro fu importante per me, ma credo anche per lui. Mi aveva visto ripetutamente in televisione blaterare  presentazioni di film (in realtà il mio lavoro di capostruttura era al 95% ben più impegnativo e più stressante di quanto potesse immaginarlo un generico spettatore) ed aveva concepito per me una stima eccessiva e immotivata, ma che cercai in ogni modo di far sembrare attendibile. Riuscii a introdurlo nei lavori specifici di un editore di cinema, Gianni Gremese,  per il quale io ed Orio Caldiron avevamo inventato due collane librarie, “Le Stelle Filanti” ed “Effetto Cinema” e da quel momento egli cominciò a farsi conoscere ed apprezzare per l’ampiezza delle nozioni specifiche e la preziosa competenza in tutto quello che riguardava, nel senso più ampio del termine, la documentazione cinematografica. Poiché dopo tanti anni continua a conservare per me una irragionevole stima, adesso mi ha chiesto una testimonianza per questo suo nuovo volume (non so quanti ne ha scritti da quell’incontro ad oggi) dedicato a un tema che sembra uno scherzo, ma che in realtà è serissimo ed implica una specializzazione fuori del normale ed anche una collocazione anche questa fuori dal normale, visto che il doppiaggio con attori nostrani e di altri attori non nostrani è una caratteristica che non so in quanti paesi d’Europa può avere corso. Basterebbe citare alcuni dati contenuti nel primo capitolo  per collocare il libro nella sua dimensione esatta, mescolanza di informazioni minuziose e di accadimenti inusuali. Ad esempio Massimo Girotti che, nella “Corona di Ferro” (1941) di Alessandro Blasetti, interpreta due personaggi differenti ed ha la voce  di due doppiatori differenti (destinati entrambi alla celebrità, Gualtiero De Angelis ed Augusto Marcacci) e via evocando avvenimenti curiosi ed inattesi: attori famosi come Luisa Ferida e Osvaldo Valenti doppiati da Lydia Simoneschi e da Sandro Ruffini, accumulando poi materiale infinito per il quale rimando all’elenco dei capitoli laddove Lancia riesce ad evocare un’enorme serie di citazioni ognuna delle quali costituisce un piccolo capolavoro di ricerca. Per fare un esempio, ecco la scheda di “Anna” (1951) del regista Alberto Lattuada, dove Silvana Mangano è doppiata dalla Simoneschi , Gassman da Gualtiero de Angelis, Raf Vallone da Mario Pisu, Gaby Morlay da Tina Lattanzi, che però compare anche con il suo volto ed è perciò doppiata da Giovanna Scotto. Nel film si odono anche altre voci famose, da Emilio Cigoli a Giuseppe Rinaldi, da Rosetta Calavetta a Miranda Bonansea, a testimonianza del fatto che il doppiaggio italiano fu al tempo stesso un fenomeno di divismo, al punto che alcune intonazioni rimangono insuperate, ed egualmente un fenomeno familiare e casalingo, con attrici ed attori famosi che si incrociavano sul lavoro con la stessa dimestichezza di cui davano un tempo prova gli attori delle compagnie di giro. Comunque il mio gradito dovere non è quello, pur piacevole, di parafrasare un testo intero, ma solo di segnalarne alcune periferiche curiosità che il lettore scrupoloso potrà soddisfare solo dedicandosi alla lettura, riga per riga, di un’opera che raccomando sia per la paradossale curiosità di fondo che la muove che per la prodigiosa quantità di articolate informazioni che riesce ad accumulare, con una varietà di nozioni che, secondo me, solo Enrico Lancia è in grado di possedere e di fornire. Mi pare questo il modo migliore di introdurre un libro che non credo abbia equivalenti nella nostra pubblicistica cinematografica e che rimane un motivo di orgoglio per l’autore (ed anche dei due suoi amici che lo affiancano, Fabio Melelli e Massimo Giraldi), e per l’editore Bulzoni.

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