Isabella d’Este in the ducal palace in Mantua

Molto è stato scritto su Isabella d’Este, sulla sua vita e sui suoi tempi, sottolineando soprattutto la sua volitiva individualità e il suo ruolo di creatrice di una corte parallela a quella di suo marito, il marchese di Mantova Francesco II Gonzaga. Molto meno spazio è stato dato ai luoghi dove lei visse e dove riceveva i suoi ospiti, gli ambasciatori, gli artisti, gli umanisti e i musicisti. L’unica eccezione a questa regola riguarda i suoi due studioli: lo Studiolo propriamente detto e la Grotta dove lei conservava le sue collezioni. E tuttavia, anche in questo caso sono stati i dipinti allegorici che decoravano quelle stanze a suscitare l’interesse degli studiosi, più che gli ambienti dove queste opere erano sistemate.
La prima parte del lavoro di Clifford M. Brown su Isabella d’Este uscita in questa collana (n. 106) era dedicata alle collezioni antiquarie della marchesa, e chiariva i modi di acquisizione e le scelte compiute da Isabella collezionista. In questo volume si dà spazio ai suoi appartamenti nel complesso, senza privilegiare esclusivamente Studiolo e Grotta, ma estendendo la ricerca a tutte le stanze utilizzate dalla marchesa, seguendo attraverso le testimonianze archeologiche e archivistiche le trasformazioni degli appartamenti volute dalla marchesa, così come quelle successive alla morte di Isabella, quando quegli spazi dovettero rispondere alle esigenze, anche autocelebrative, dei successivi occupanti.