a cura di: Signorotto Gianvittorio , Pissavino Paolo

Lombardia borromaica, Lombardia spagnola 1554-1659

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stato: Disponibile
Argomento: Storia
Collana: Europa delle Corti/63
Due volumi indivisibili
anno: 1995
, pagine: 950 complessive

ISBN: 978-88-7119-869-9
57,00 €
54,15 €
Risparmi:
2,85 €
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Gli studi sull’Italia “spagnola” e sulla Lombardia “borromaica” hanno sempre sofferto il condizionamento di vetuste ipoteche negative: i due volumi producono i risultati di una rinnovata e rigorosa riflessione storiografica, non disgiunta da originali esplorazioni negli archivi e nelle biblioteche italiane e spagnole, che apre prospettive finalmente diverse.
La prima peculiarità degli studi qui raccolti è nell’arco temporale prescelto: i loro termini cronologici, infatti, si riferiscono all’assunzione degli effettivi poteri di Duca di Milano da parte di Filippo di Spagna e alla pace dei Pirenei, che segnò la fine delle guerre in Lombardia. Anziché privilegiare ancora una volta le zone già ampiamente battute dagli studiosi (il momento “borromaico”, ad esempio, o la peste manzoniana), sono state sollecitate nuove ricognizione della società lombarda in una prospettiva di lungo periodo, fino a quei decenni centrali del Seicento che gli studiosi hanno troppo a lungo trascurato.
Le molte emergenze che caratterizzano in Lombardia l’età spagnola – quelle dei contrasti giurisdizionali, della crisi del Seicento, delle invasioni nemiche – assumono un rilievo diverso se considerate tenendo presente lo scenario di sostanziale stabilità dell’assetto politico e istituzionale. Al fine di comprendere le condizioni che permisero di difendere a lungo, con successo, questo equilibrio era necessario approfondire le indagini ed estenderle verso ambiti differenziati: il palazzo milanese, per scoprire quale margine effettivo di azione politica avesse il governatore; le sedi istituzionali e le dimore private del patriziato lombardo, per mettere in luce i rapporti con la corte dei re cattolici e con i loro rappresentanti. E contemporaneamente occorreva meccanismi che governano le grandi sedi del potere, perché non è possibile ricostruire la trama complessa di interessi – e di ideali – del sistema spagnolo senza tenere conto della cultura e degli equilibri interni della corte cattolica, o le scelte della Santa Sede e dei principi italiani.

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