Respect for actors

«Rispetto per gli attori», per i fondatori del Group Theatre, Harold Clurman, Lee Strasberg e Cheryl Crawford, nel 1931, significò restituire agli attori la possibilità di sperimentare nuove forme espressive che li avvicinassero a una verità emotiva frutto di percorsi interiori limpidi nei quali gli spettatori potessero riconoscersi. Da quest’idea di «rispetto» mosse i primi passi il Group Theatre giungendo a divenire punto di riferimento per diverse generazioni di teatranti. Tale intento pedagogico si diffuse ulteriormente quando il Group scomparve, nel 1940, poiché dalle sue ceneri nacquero le scuole di recitazione più note degli Stati Uniti, primo fra tutti l’Actors Studio, seguito dal Lee Strasberg Theatre Institute, dallo Stella Adler Theatre Conservatory e dal Neighborhood Playhouse di Sanford Meisner, ancora oggi funzionanti sebbene, in seguito alla scomparsa dei fondatori, un po’ mutati nella struttura didattica.
Se penso a uomini come Strasberg e Clurman e a donne come la Crawford e Stella Adler, avverto un profondo senso di gratitudine verso costoro che, seppur divisi da personalità forse troppo grandi, hanno fatto del teatro una missione di vita, rispettando profondamente il mestiere dell’attore. Non ricordo che gli Stati Uniti, in seguito, abbiano prodotto pedagoghi ditale statura, persone in grado di mutare la figura dell’attore nel teatro contemporaneo e il suo rapporto con il testo, rendendolo elemento portante di quel microcosmo chiamato teatro. La ricerca e la passione, l’intransigenza e l’ira che li hanno caratterizzati sembrano morte con loro.