Tra arte e mercato

Inteso come attività svolta con regolarità e fini di lucro, il mestiere dell’agente teatrale nasce in Italia sul finire del Settecento, ma acquista pienezza professionale nel maturarsi del secolo successivo, grazie all’affermarsi anche nel mondo dello spettacolo di un criterio del profitto svincolato dalle logiche clientelari della società nobiliare d’antico regime. Fondamentali anelli di congiunzione tra domanda e offerta, strutture indispensabili per la raccolta e la diffusione delle informazioni, le agenzie teatrali rappresentano dunque nel secolo XIX un fenomeno di forte rilevanza per la storia dell’organizzazione e dell’economia dello spettacolo teatrale, sia drammatico, che musicale.
Inserendo gli agenti all’interno del più ampio contesto del diritto teatrale e della rete di usi e consuetudini giuridico-economiche che regolavano il mondo delle scene, avvalendosi di documenti d’archivio inediti e delle coeve riviste di settore, il volume si propone di offrire al lettore una ricostruzione organica dell’attività degli agenti teatrali che operarono in Italia nell’Ottocento. Mentre nella prima parte della trattazione sono definiti il perimetro di azione, le funzioni generali e i caratteri specifici degli agenti teatrali italiani, nella seconda parte la città di Milano e il suo sistema teatrale diventano un osservatorio privilegiato delle dinamiche organizzative espresse dalle agenzie, permettendo altresì di avanzare alcune ipotesi sul ruolo che esse ricoprirono nei meccanismi produttivi e distributivi dello spettacolo teatrale coevo.