De Santi Gualtiero

Zavattini e la radio

0 Valutazione
stato: Disponibile
Argomento: Critica letteraria
Collana: Impronte/Letteratura/10
anno: 2012
, pagine: 136

ISBN: 978-88-7870-645-3
15,00 €
14,25 €
Risparmi:
0,75 €
questo volume è acquistabile anche in capitoli separati accedi all'indice
 Torna a: Critica letteraria
L'invenzione della radio fu all'improvviso la possibilità di dire a tutti tutto, ma  alla condizione che si avesse qualcosa da dire e insieme che si riscattassero dalla ricezione passiva quanti stavano all'ascolto nel chiuso delle proprie stanze.
Si può dire che tali siano stati i principi che hanno orientato  Zavattini nel suo periplo radiofonico, dai primi anni Trenta sino a tutti gli anni Sessanta e Sessanta del secolo scorso. Allora che venne chiamato ai microfoni dell'Eiar  nella funzione di umorista, Zavattini rifiutò il mero scopo di divertire e abbellire la vita pubblica ponendosi il problema di cosa dire e di come dirlo agli ascoltatori.
La radio non era la letteratura e nemmeno il teatro o il cinema, bisognava dunque comprenderne le peculiarità e ad esse adeguare l'inventiva e insieme la voce e persino la gestualità. Za è insomma innovatore anche in quanto "radio umorista". Poi, dopo la guerra, guardato con un qualche sospetto dai dirigenti della Rai per il ruolo svolto nel rinnovamento della nostra cultura e della società, ma anche riverito come intellettuale e padre del neo-realismo, Cesare Zavattini è chiamato a testimoniare la propria fiducia nel mondo. Ma proprio questo lo spinge a potenziare gli stimoli rivolti ai radioascoltatori. Inventando trasmissioni  e sperimentando nella conduzione dei programmi che gli venivano affidati, sino a quel "Voi e io punto e a capo" in cui – siamo a mezzo degli anni Settanta – si ebbe l'episodio della "paroletta sporca" che infranse un tabù allargando nuovi spazi alla libertà espressiva. Non avverso alla radio in quanto tale, Za ha cercato di convertirne le funzioni in una direzione umanistica e progressiva. In questo senso – e parafrasando Brecht – la scelta di battere il conformismo si è in lui modellata sul  coraggio di dire la verità, l'accortezza di riconoscerla, l'arte di renderla leggera e maneggevole alla stregua di un'arma attraverso etere con però insieme  l'avvedutezza che chi era in ascolto potesse poi essere quegli nelle cui mani quella  verità sarebbe divenuta  efficace.

Fermenti n.240 (2013) - 16/12/2013
Il Borotalco, sì il Borotalco

CAPITOLO PRIMO
1. Letterati alla radio
2. Il mondo dei suoni in camera
3. Il borotalco, sì, il borotalco
4. Orologi e bugie esapode
5. La matrice natural-radiofonica del suono
6. L’Almanacco Bompiani
7. I secondi anni ’30
8. Idiosincrasie del perfetto conversatore
9. Gli umoristi e un poeta, cioè a dire Za e Leopardi

CAPITOLO SECONDO
1. Parlare ai microfoni dopo la guerra
2. Lo spavento d’esser vivi
3. Timidezza dubbiosa
4. Ricezione alla radio
5. Invito alle collezioni
6. Il cinema della verità
7. Polemica col mio tempo
8. Confessioni e sfoghi al microfono
9. Riduzioni ad uso e consumo dell’ascolto Rai
10. Za in salsa antologica

CAPITOLO TERZO
1. Come si recita alla radio
2. 1960, autoritratto a distanza
3. Per chi e per cosa dispiegare la propria inventiva
4. La doppia vodka del “radioconversatore”
5. Zavattini o l’ispirazione
6. Personaggio in “fiera”
7. Ospite dell’Approdo
8. Recluso in studio
9. Za reinventa la radio
10. Voi e io punto e a capo
11. Scusi, la radio ha un futuro?
12. Il pensiero veloce di Za

Indice dei nomi

 

 

Lascia una tua recensione

Lascia una tua recensione
Hai letto questo libro? vuoi lasciare una tua recensione? iscriviti al sito e accedi con il tuo utente e la tua password per scrivere un tuo commento.
Grazie

Autenticati per poter scrivere una recensione. Accedi