Riccò Laura

«Ben mille pastorali»

L’itinerario dell’Ingegneri da Tasso a Guarini e oltre
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stato: Disponibile
Argomento: Letteratura
Collana: La fenice dei teatri/18
anno: 2004
, pagine: 390

ISBN: 978-88-8319-952-3
25,00 €
23,75 €
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L’intento principale del volume è quello di fornire una stratigrafia della pastorale tardo cinquecentesca e primo seicentesca, indagata nelle sue strutture teoriche, drammaturgiche e sceniche. Un filo era necessario per tessere insieme i tre elementi indicati, nel rispetto della loro congenita compresenza nel corpo di ogni testo drammatico, qualunque sia il suo genere connotativo, e un filo, propriamente d’Arianna, era indispensabile per muoversi nel labirinto delle «ben mille pastorali» che affollavano l’orizzonte teatrale di quegli anni, un orizzonte ignaro della futura proclamazione dello stilizzatissimo canone di Aminta, Pastor fido e Filli di Sciro che la storia lascerà depositare sulle pagine di tanti trattati letterari e nell’immaginario pastorale vigente. Questo duplice filo è stato individuato nelle indicazioni di Angelo Ingegneri in merito a ciò che è da lui stesso definito come «terza spezie di drama». Dalla proclamazione dell’Aminta a capostipite della pastorale e dall’elenco selettivo di un nucleo di pièces portanti discende una visione del problema che va a collidere con la primogenitura beccariana voluta da Guarini e con la nozione di ‘terzo genere’ che sempre Guarini aveva progressivamente fatto sua. Fra questi due poli si articola un dibattito sfumato e cangiante attraverso sia la riflessione delle Accademie e degli Studi, che, e soprattutto, la pratica quotidiana dello scrivere e rappresentare ‘pastorali’, che andava pertinacemente scompigliando sul palcoscenico ciò che si cercava di fissare nel libro, per cui il nome stesso della favola da agire sulla terza scena vitruviana si mostrava suscettibile delle più varie interpretazioni. Al centro del problema la necessità di ‘aristotelizzare’ il magma, non solo dal punto di vista, prevedibile, della normativa poetica, ma, ed è riconosciuto merito dell’Ingegneri che andrà esteso a Guarini, principalmente da quello della rappresentazione, dell’opsis, in nome della quale la poesia deve di necessità farsi scena e la scena poesia, pena la rovina del tutto.

Laura Riccò insegna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Firenze. Fra i suoi titoli, Vasari scrittore. La prima edizione del libro delle «Vite» (1979), Giuoco e teatro nelle veglie di Siena (1993); le edizioni critiche commentate dei Trattenimenti di Scipione Bargagli (1989) e de La castalda, La gastalda (1994), nel quadro dell’Edizione nazionale delle opere di Carlo Goldoni. Da tempo si dedica a questioni di tecnica di scrittura, di filologia e di editoria teatrali: Testo per la scena - testo per la stampa: problemi di edizione (1996), «Parrebbe un romanzo». Polemiche editoriali e linguaggi teatrali ai tempi di Goldoni, Chiari, Gozzi (2000), La «miniera» accademica. Pedagogia, editoria, palcoscenico nella Siena del Cinquecento (2002).

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